Bosnia ed Erzegovina LA BELLEZZA CHE RISORGE DALLE MACERIE

La Bosnia-Erzegovina è uno degli osservati speciali del continente europeo. Questa nazione balcanica ha attraversato acque tempestose e violenze immani prima di raggiungere quell'equilibrio politico-culturale che gode oggi. Ed oggi questa nazione è in cerca di riscatto, e lo fa mettendo in evidenza le bellezze regionali che contrastano in modo stridente con i segni ancora visibili della guerra.La Bosnia-Erzegovina è uno stato in cerca d'identità, poco conosciuto dal turismo di massa, ancora vergine ed incontaminato. Le sue bellezze naturali intatte, le grandi cascate di Kravice, la pittoresca città di Mostar con il suo famoso e caratteristico ponte, i Musei commemorativi (spicca fra tutti quello Ebraico), le città
nostalgiche e ricche di memoria sono solo alcuni dei motivi che potrebbero portare fino in Bosnia-Erzegovina i turisti.Per non parlare di Sarajevo, un tempo emblema dei conflitti etnici ed oggi città che si risolleva giorno dopo giorno per mezzo della sua indomita volontà. Proprio Sarajevo, cuore della Bosnia-Erzegovina, è uno dei luoghi più significativi di questa nazione. La sua Città Vecchia è la rappresentazione di altre epoche, le epoche della nostalgia e dei ritmi lenti, che la guerra ha tentato inutilmente di distruggere assieme a molti palazzi ed edifici simbolici. Oggi Sarajevo, da capitale ferita, torna pian piano a splendere nelle sue innumerevoli beltà.

Bosnia ed Erzegovina: cose da sapere

LINGUA: La lingua ufficiale della Bosnia-Erzegovina è il bosniaco, seguito da serbo e dal croato, parlate entrambe da buona parte della popolazione. Alcuni bosniaci parlano l'italiano, e l'inglese è una lingua sempre più diffusa, non solamente nelle grandi città, per riuscire a comunicare con gli stranieri.

RELIGIONE: Si stima che quasi metà della popolazione pratichi la religione musulmana, mentre circa il 3'% sia cristiano, in prevalenza ortodossi o cattolici. È presente anche una comunità ebraica di dimensioni importanti.

FUSO ORARIO: Stessa ora identica all'Italia.

DOCUMENTI: Per l'ingresso in Bosnia-Erzegovina, i cittadini italiani dovranno portare con sé il passaporto ordinario, ovvero il passaporto collettivo rilasciato dalla questura per gruppi di almeno cinque persone. È valida anche la carta d'identità valida per l'espatrio, anche se è preferibile avere il passaporto per evitare spiacevoli inconvenienti che si sono verificati talora alla frontiera. Anche i minori di anni 15, in ottemperanza alle norme europee in materia, devono essere muniti di passaporto individuale. Una volta effettuato l'ingresso nel territorio è necessario registrarsi entro 24 ore nella più vicina stazione di polizia; la registrazione, se si soggiorna in hotel,
spesso viene fatta nella struttura stessa.

MONETA: La moneta nazionale è il Marco Bosniaco.

Curiosità

L'inno nazionale della Bosnia-Erzegovina è stato adottato ufficialmente nel 1997 ma da sempre è al centro di una serie di controversie e di discussioni legate alla politica o alla divisione etnica del paese. Nel 1991, al momento dello scioglimento della Jugoslavia, la guerra civile bosniaca divise il paese in tre popolazioni: i serbi, i bosgnacchi ed i croati. I bosgnacchi cercarono di unificare il paese sotto un'unica bandiera ed un unico inno, che fu elaborato basandosi su un'antica canzone turca. Dopo la pacificazione forzata il
malcontento per questo inno da parte delle altre etnie bosniache portò l'autorità a scegliere un altro inno nazionale. Per farlo venne bandito un concorso, concorso il cui vincitore (che avrebbe dovuto essere necessariamente bosniaco) non avrebbe dovuto essere reso noto. Invece così non avvenne: si seppe che l'inventore della musica era un professore di violino del conservatorio di una città.Ma a rendere più strana la situazione vi fu anche un equivoco: il brano avrebbe dovuto chiamarsi "Narodna Himna", ovvero Inno Nazionale, ma invece venne soprannominato Intermezzo dal termine che si trovava scritto sulla busta nella quale il brano venne inviato al concorso.E così, dopo tanti litigi e qualche equivoco, la Bosnia-Erzegovina finalmente aveva un proprio inno nazionale.

I nostri consigli

DA LEGGERE: Se volete assaporare il dibattito laico sulla necessità di riconoscere una cultura e una tradizione bosniaca, leggete "Il libro degli addii" di Izet Sarajlić, uno dei maggiori poeti ed autori del paese. Anche "e "Diario di Guerra di Sarajevo" di Abdullah Sidran è un'ottima ricostruzione degli avvenimenti tragici e degli scontri etnici che hanno contributo a creare quella che oggi è la Bosnia-Erzegovina.

DA ASCOLTARE: La musica bosniaca ha origini ottomane, ed è caratterizzata dall'utilizzo di strumenti dai suoni struggenti e malinconici, come il tipico diple, simile alla nostra cornamusa, o la sargija. Il più famoso trio della Bosnia-Erzegovina è senza dubbio il Damir Imamovic Trio, gruppo musicale che attinge alla tradizione della musica bosniaca – la cosiddetta Savdah – per sperimentare suoni nuovi.

DA VEDERE: Sarajevo, la "ex Gerusalemme d'Europa", come viene soprannominata questa tormentata ma magnifica città: un luogo che racchiude, a dispetto delle violenze etniche del passato, quattro luoghi di culto di religioni diverse a pochi passi di distanza l'uno dall'altro, musei e cattedrali a fianco degli scheletri degli edifici distrutti dalla guerra. Da vedere anche le magnifiche città dalla nobile architettura come Tuzla e Mostar, celebre per il meraviglioso ponte, o i luoghi di fede di Medjugorje, e ancora le spiagge di Neum e Zenica, dove vi è la possibilità di fare numerosi sport.

DA MANGIARE: La cucina bosniaca è un mix di tradizioni culturali differenti. Tra i piatti principali vi sono il Bosanski Ionac, piatto d'arrosto e verdure, ed il Japrak, involtini di cavolo ripieni. A Mostar si mangia del buon pesce, provate la trota! Se siete alla ricerca di un fast-food, sappiate che in Bosnia-Erzegovina vi serviranno le piccole Cevaps, salcicce con cipolla dentro un panino caldo.

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