La Mongolia è uno Stato dell'Asia orientale, senza accesso al mare. La capitale è Ulan Bator, un tempo accampamento nomade, che si stabilì nell’attuale luogo alla fine del XVIII secolo. Si trova lungo la valle del fiume Tuul ed è circondata dalle quattro Montagne Sacre: Bogd Uul a sud, Songino a ovest, Bayanzurkh a est e Chingeltei a nord.
È attraversata dalla Transiberiana, che attraversa la Mongolia da nord a sud, collegando Mosca a Bejing, dove è possibile fare escursioni a piedi, a cavallo, in cammello o in yak e sciare. La capitale ospita il Museo di Storia Naturale con due scheletri di dinosauro trovati nel deserto del Gobi; il Museo di Belle Arti Zanabazar; il Gandantegchinlen Khiid, "luogo immenso della gioia completa", decorato con oro e pietre preziose.
Nel deserto del Gobi, a oriente delle montagne di Altai, si trova il Parco Nazionale Gurvansaikhan che comprende distese di sabbia e di roccia, pendii e bacini di sale, orizzonti mozzafiato e oasi con oltre 52 specie di mammiferi e duecento di uccelli. Kharkhorin fu la prima capitale dell’impero di Gengis Khan, in cui è ancora possibile visitare i tre templi del monastero Erdene Zuu, ovvero, il primo centro buddista in Mongolia.
Khovsgol Nuur è una delle perle più preziose della Mongolia. Duemila chilometri quadrati di acqua cristallina, incastonata tra montagne rigogliose, vallate imponenti, accampamenti con gher e tantissimi animali. E’ possibile, cavalcare a piacere intorno al lago, pescare, o andare in kayak.
Mongolia: le nostre proposte
Mongolia: cose da sapere
Lingua: la lingua ufficiale è il mongolo, ma si parla anche il russo tra le generazioni più grandi, poco il tedesco e tra i giovani, l’inglese.
Moneta: Tughrik o Tigrik
Fuso orario: +7 ore rispetto all’Italia, +6 durante l’ora legale
Religione: la maggioranza della popolazione è buddista, mentre la minoranza pratica la religione sciamanica e l’ateismo.
Sport: lo sport più praticato è la lotta; gli altri sport importanti sono judo, pugilato, equitazione, tiro con l'arco
Documenti: passaporto necessario con validità residua di almeno sei mesi. Il visto di ingresso è obbligatorio anche per soggiorni brevi.
Curiosità
Lo sapevi che...
I mongoli, da sempre, sono un popolo di nomadi, dallo stile di vita legato a quello degli animali. Nei territori sconfinati e disabitati del Paese, è facile scorgere qualche gher, la tipica tenda di feltro bianco, pelli e materiali impermeabili, a pianta circolare, facilmente trasportabile, con l’interno arredato con cura e ricco di colori.
La disposizione interna delle persone e delle cose rispetta una precisa simbologia, ispirata alle credenze religiose e sciamaniche: il posto dell’ospite d’onore è a nord rispetto alla posizione della porta, che è sempre rivolta verso il sud per usufruire del calore e della luce del sole.
In fondo c'è il khoimor, il posto degli anziani e dei beni più importanti, l'altare di famiglia con immagini buddhiste, le foto dei congiunti e le borse da viaggio. Le donne siedono ad est, dove si trovano anche gli utensili della cucina, e gli uomini ad ovest, dove invece sono riposti i fucili.
Al centro della gher si trova il toghona, il foro centrale dal quale entra la luce e da cui esce il fumo emesso dalla grande stufa. Tra le regole da seguire per entrare e uscire, bisogna spostarsi in senso orario, in onore del sole, senza calpestare il gradino della soglia, perché porta sfortuna.
I nostri consigli
Da mangiare: alcuni cibi della cucina mongola sono considerati sacri, come il latte di capra, di mucca, di yak, di cammella, lo yogurt, il latte di giumenta fermentato (airag) e i liquori di latte (archì). I piatti sono a base di carne (montone lesso, pezzi di grasso, di interiora) e latte, tra tutti, il più famoso è la "marmitta mongola", fatta da brodo con carne di montone, tagliolini di pasta, qualche patata, carote o legumi, insaporiti con erbe aromatiche della steppa, ma senza sale.
Da vedere: l’ultimo lupo, Francia 2015, regia di Jean-Jacques Annaud. Il regista ci trasporta in un racconto epico fra Pechino e le steppe della Mongolia. Lo studente Chen Zhen viene inviato tra i pastori per istruirli, ma alla fine sarà il giovane a ricevere preziose lezioni di vita e a prendere coscienza dei limiti del regime maoista. Si creerà un legame forte con la natura e con i lupi: la situazione diventerà drammatica quando il Governo cinese disporrà di eliminare tutti i lupi e i loro cuccioli dalla regione. Da qui la frase lancio del film: "Non si cattura un dio per farne uno schiavo".
Da ascoltare: la musica tradizionale mongola è affascinante,fatta di melodie popolari e strumenti moderni.
Da leggere: le vie della seta - Una nuova storia del mondo di Peter Frankopan, che cerca di ridisegnare la storia del mondo, dalle origini ai giorni nostri, cambiando prospettiva e scoprendo, che le radici più forti della civiltà non sono in Europa ma in Asia. Così scopriamo che il Grande Impero dei Mongolia rinunciò a invadere l'intero nostro continente perché l'Europa non era così interessante dal punto di vista artistico ed economico, al contrario dell’Oriente. Venticinque capitoli, uno dei quali, "La via all'Inferno" è dedicato proprio alla nascita e all'espansione dei Mongoli, raccontati in un'ottica storica verosimile e rigorosa, spazzando luoghi comuni e radunando citazioni illuminanti.
Mongolia: inizia a sognare il tuo viaggio